Io ti vedo ma non riesco a guardarti senza vergognarmi di essere un umano. Non riesco ad accarezzarti senza aver paura di farti del male, di regalarti delle carezze che ti farebbero sperare in un sogno che forse non si realizzerà mai. Ho paura di avvicinarmi a quella gabbia, perché ho paura di rivedermi in quegl'occhi, ho paura di chiederti perché hai tutte quelle cicatrici Ho paura di chiederti dove hai perso quell'occhio che non si apre più . Ho paura di massaggiarti i fianchi e toccare i sogni della tua vita. Ho cercato mille volte di scrivere un annuncio per te, mille volte di raccogliere da quello sguardo le giuste parole . Non le so trovare, ti prego perdonami. Io non sono scrivere niente su di te. Ho paura di venirti a trovare, perché ti illudo ogni giorno di più, sentirti urlare disperato, sentirti piangere per quelle carezze incastrate tra le maglie arrugginite di quella rete. Quella zampa che tendi fuori ogni volta che passa qualcuno . Potresti avere tutto il cibo del mondo eppure non vorresti nient'altro che carezze, mani amiche. Quelle orecchie consunte, quel naso spelato e quella magrezza da stress. Odi quel posto che ti separa da noi . Io odio quel posto che ti tiene prigioniero e di cui non riesco a trovare quella stramaledetta chiave. George dal cuore di latta, George che è Alice nel paese della disperazione. George che oramai vive in un mondo tutto suo, perché quello nostro l'ha escluso e gli ha tolto tutto.
Gli ha tolto la libertà anni fa, mettendolo prima nell'inferno di Domicella, poi a Nola, infine a Roma. Gli ha tolto un occhio probabilmente a causa delle botte prese Gli ha diminuito l'udito sempre a causa delle botte. Gli ha tolto le forze e l'ha reso vulnerabile. ha tolto la speranza, l'unica cosa che gli era rimasta. George si dispera in quella gabbia e piange, piange, piange. George che ti tende la zampa e butta la testa fra le gambe e si butta a pancia all'aria e si fa la pipì addosso come un cucciolo se lo tocchi all'improvviso. George che sa amare e rispetta il suo prossimo e non odia nessuno, nemmeno noi. George che ha solo 4-5 anni e se ne sente 80. Ci sono canili che non spezzano i cani, li piegano, li accartocciato e li fanno diventare nullità. Canili dove è meglio uscire morti che restare in vita. Lager, nel senso vero del termine. Benvenuti nel suo mondo. Vi presento George, uno dei sopravvissuti al canile lager di Domicella. . . laddove essere vivi era solo una maledizione. George ora si trova a Roma, ma per buona adozione si porta in tutto il centro nord previ colloqui e firma modulistica d'adozione. Va d'accordo con tutti e malgrado le botte prese sa amare ancora ed ha tanto da donare. Purtroppo l'occhio sinistro l'ha perso e anche l'udito scarseggia. Per lui cerchiamo il meglio, perché il peggio l'ha già vissuto.
Per info
Isabella D'Onofrio e Mizzy Serangeli 3474827380 – 3280533190 Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.
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