Abramino oggi ha 17 anni, è un cagnolino di taglia piccola, vissuto per anni e anni in un canile in mezzo a cani quattro volte più grandi di lui. Abramo è stato tirato fuori da un canile da una volontaria, ma nessuno l'ha voluto, e quindi per un anno ha girato da una pensione all'altra, da uno stallo all'altro. I casi disperati sono la nostra specialità, così l'abbiamo accolto nella nostra Casa Famiglia.
Un paio di settimane fa, finalmente, una telefonata per Abramino: è Sonia, che gestisce una Casa Famiglia per Anziani. Stavolta sono anziani "umani", ma come leggerete l'incontro di due realtà con lo stesso nome tirerà fuori il meglio di tante persone, creando un circolo di energia positiva che non può e non deve rimanere fine a se stesso. Prendo un appuntamento, vado a vedere questa Casa Famiglia per capire se possa essere un luogo adatto ad Abramino. Trovo una festa con i clown, palloncini, dolci per tutti, e 12 anziani con i cappellini che ridono e festeggiano con i parenti. Ma l'aspetto più bello è che nella Casa Famiglia di Sonia vivono anche due cagnoline, Cinzia (adottata dalle Perreras spagnole) e Wilma (raccolta in strada), e due galline, Brigida e Celeste. Sonia mi porta in giardino dove girano tranquillamente sia le galline che i cani, che quando vogliono possono entrare (sì, tutti e quattro) a salutare gli ospiti e a prendersi le coccole. E' un posto bellissimo, dove ci si sente a casa. Un'oasi a cui non sono abituata: le residenze per anziani le conosco bene, molte sono tristi e fredde, luoghi di estrema solitudine dalle quali non si vede l'ora di uscire. Qui no.
Sonia mi presenta gli ospiti, e mi porta a conoscerne uno che mi rimane nel cuore: è Umberto, ha più di 90 anni, è allettato e ha un'infermiera simpatica accanto che gli somministra l'ossigeno e l'aerosol. Non si alza da tanto tempo da quel letto, sembra voler sparire anche in un posto così bello. Non ce la fa a parlare, ha appena il fiato per respirare. Sonia mi dice che non vuole più mangiare, che forse si è stancato. Umberto, detto Umbertino: un uomo come tanti, il suo passato non lo conosco, ma conosco quello sguardo rassegnato, l'ho visto tante volte. "Amava tantissimo i cani", mi dice Sonia. Quando ti si spezza il cuore non fa rumore, ma fa male lo stesso.
Esco dalla stanza, parlo con Sonia: ha cercato tanto un altro cagnolino, ma nessuno le ha voluto dare un cane perchè "con gli anziani il cane si stressa". E' arrabbiata, perchè la sua casa è aperta a tutti, e anche lei come me cerca di cambiare le cose, ma trova tanti muri. Parliamo a lungo, mi racconta la storia delle sue cagnoline, delle galline, anziane anche loro: "pensa! l'inverno scorso Brigida è stata tanto male, l'abbiamo ricoverata e si è ripresa!". Penso a questa donna che si occupa degli anziani e che fa ricoverare la gallina e gli fa fare le flebo, che si fa mandare un cane dalle Perreras perchè in Italia non glie lo danno. Rimango perplessa, ma neanche tanto: conosco questo mondo.
Mi metto d'accordo, le faccio portare Abramino e le dò una settimana di tempo per verificare se effettivamente possa essere adatto per la sua situazione: cerco di scoraggiarla, è anziano, è sordo, è quasi cieco, fa pipì ovunque, abbaia tanto. Non le voglio creare problemi con la ASL, con i parenti, con i vecchini che potrebbero scivolare su una pipì e farsi male. Ma lei vuole provare: "vedrai che si abituerà". La chiamo tre volte al giorno, per due giorni. Chiedo di Abramo, chiedo di Umberto. Umberto aveva un cane, anni fa. Quando il cane è morto, lui ha avuto un infarto. Non ne ha voluti più.
Al terzo giorno al telefono non c'è Sonia, c'è un filo di voce che si sente a stento tra i sospiri affaticati: "Fabiana, grazie". E' Umberto. Sonia gli ha detto che una certa Fabiana gli ha regalato un cane, anziano anche lui: ha preso Abramino e glie l'ha messo sul letto. Umberto si è fatto dare il telefono e ha raccolto tutte le sue energie per ringraziarmi e per farmi piangere per diversi minuti. "Sei contento, Umberto?" gli chiedo tra i singhiozzi, non so neanche se le mie parole siano comprensibili che non ce la faccio neanche a dirle. "Sì. grazie."
Umbertino dopo mesi si è fatto vestire, preparare, alzare ed è andato in salotto a fare colazione con gli altri. Con Abramino in braccio. Va a dormire con Abramino sul letto. Sorride. Gli altri ospiti sono stati contagiati e un altro signore ospite della Casa Famiglia "La Casetta d'Argento", che non camminava più ha voluto passeggiare, a braccetto con la fisioterapista, dicendo a tutti: "Umbertino è contento perchè si è fatto il cane! Allora sono contento anch'io!".
Sonia mi chiama due volte al giorno, mi dice: "è incredibile, questo giorno ce lo ricorderemo sempre". Sonia dice ridendo a Umberto: "Ora che sei anziano ti sei fatto un cane più anziano di te!". E Umberto piange di felicità. E Abramino, il cane che "nessuno voleva", il dimenticato tra i dimenticati, sordo, cieco, vecchio, se ne va in giro tra la casa e il giardino, accoglie tutti, scodinzola felice. Non ha mai fatto una pipì in casa da quando è arrivato, e a 17 anni ha conosciuto l'Amore.
Io tornerò di nuovo, a salutare Abramo e ad abbracciare Umbertino, perchè per questo io mi prendo volentieri tutta la fatica, tutte le energie spese, tutto il tempo rubato al resto, tutte le lacrime versate per gli "ultimi" a due o a quattro zampe. Per un momento così, nella vita, io mi prendo tutto questo. Io, e tutti quelli che hanno incontrato Abramo: chi l'ha tirato fuori dal canile, chi l'ha portato fino a noi, chi l'ha curato mentre aspettava una casa, chi l'ha staffettato da Sonia: siamo tutti volontari. E Sonia, che ha dedicato la vita ed ha fatto della sua "passione" per gli anziani un lavoro. Fatto egregiamente, aggiungerei.
Certe cose bisogna raccontarle. Penso a quanti cani, come volontari, abbiamo dovuto ricollocare perchè il padrone anziano è andato a vivere in casa di riposo, dove il cane non lo vogliono, che è "anti igienico". Due cuori spezzati, una vita che diventa invivibile, una vita al disinfettante e senza affetto. Alla faccia di chi dice "invece che occuparti di cani, dovresti occuparti delle persone!", qui si incontrano persone, si incontrano progetti, si stringono relazioni destinate a durare per l'eternità. Si salvano vite: a quattro o a due zampe.
Perchè non si è mai troppo malati per amare, mai troppo vecchi per essere amati.
Fabiana
Abramo è stato adottato dalla "Casa Famiglia" di Progetto Quasi a settembre 2012
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