Sono preoccupata,
girano strane voci, si parla del passato, di eventi molto brutti, di quando i cuccioli venivano uccisi spezzando loro il collo, di quando ad un cane in salute che si riteneva di dover sopprimere, veniva iniettata la dose letale di Tanax direttamente nel cuore, un cane sveglio e vigile, di quando un cane che 5 minuti prima era nel proprio box subito dopo si trovasse dentro un sacco della spazzatura.
Io non ho visto nulla di ciò che mi è stato raccontato, ma da quel periodo oscuro, casualmente, ne è uscita una nuova legge sancita dallo Stato italiano a tutela dei cani e degli animali da compagnia, ... casualmente?
E da allora qualcosa è cambiato, sia pur tra immense difficoltà.
C'è chi afferma che la legge 281/91 sia fallita, ma chi ci garantisce che coloro che provengono dal passato e hanno fatto carriera e potrebbero essere potenzialmente chiamati a decidere, non usino la stessa discrezionalità adottata in passato a discapito degli animali?
"Azienda" fa pensare a strategie d'impresa, a dinamismo, ad efficienza, a modernità, tutto ciò che le monolitiche ed inscalfibili ASL non sono.
Mi viene da domandare quanto queste persone, in questi anni, possano essere state idonee al perseguimento dei nuovi obiettivi, nel momento in cui lo Stato Italiano abbia scelto un percorso tanto radicalmente diverso per il destino dei propri animali domestici, tanto diverso dalle "pratiche in uso" di quei signori.
Nuove strategie a livello nazionale e regionale di salvaguardia, di prevenzione, di monitoraggio a completo appannaggio delle ASL e di quegli stessi signori, laddove alle associazioni animaliste si chiedeva, invece, di essere la controparte etica, la coscienza, quelli ai quali è offerta l'illusione di poter vegliare il benessere dei cani facendo il "lavoro sporco";
essere la voce degli animali laddove tutti gli altri si facevano e fanno i beati conti loro...un remake di Davide contro Golia.
Ma per quanto ne possano furbescamente insinuare i contabili delle amministrazioni comunali e delle ASL, gli unici che hanno assolto al loro compito, con scrupolo, sono proprio le associazioni di privati cittadini che si sono rimboccati le maniche in nome di una nuova etica promossa e sancita da una legge sacrosanta dello Stato Italiano, promuovendola all'interno della società civile ed impegnandosi per essa, senza nulla a pretendere, se non il rispetto di ciò che il nostro Parlamento sovrano ha decretato.
Non paghi di tanto successo c'è chi addirittura va oltre.
Tra le ultime ipotesi formulate dal Comune di Roma, infatti, sta prendendo sempre più forma l'ipotesi di affidare la gestione dei propri cani proprio alle benemerite ASL.
Ieri come oggi se un cane in pericolo di vita (sia esso abbandonato, di proprietà o maltrattato), arriva in canile, basta che il veterinario ASL di turno pronunci queste semplici paroline:"Non ci sono soldi per il ricovero" e quel cane è da considerarsi già morto. Questa per la ASL è normale amministrazione. Finora a cotanta ed esemplare discrezionalità si è sempre contrapposta l'attività delle associazioni a tutela di quel cane, di tutti i cani.
Domani il veterinario ASL di turno non dovrà neanche più disturbarsi per pronunciare quella frase e nessuno saprà mai niente di quel cane e di centinaia di altri cani.
Marcella Iacoella
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