In arrivo task force ministeriale e proposta per reato ad hoc.
La tratta dei cuccioli ha un giro d'affari in Italia di 300 milioni di euro. Ma ora arriva il giro di vite del governo: una vera e propria road map per salvare gli animali vittime del traffico, con una task force del ministero del Lavoro e Farnesina e una proposta da far arrivare a Bruxelles che ponga fine alla 'filiera dell'orrore' punendo anche con la reclusione i colpevoli del traffico. Nel frattempo per Natale l'invito è fare davvero un bel regalo: portarsi un cucciolo in casa, cane o gatto che sia, dai canili o rifugi per animali abbandonati.
In una conferenza stampa al ministero degli Esteri, il titolare del dicastero Franco Frattini, il sottosegretario alla Salute Francesca Martini, il presidente della Lav Gianluca Felicetti, hanno mostrato i dati di Nas, Guardia di finanza e corpo forestale, e i filmati che documentano il viaggio atroce dei cuccioli, che arrivano illegalmente in Italia soprattuto da allevamenti clandestini dei Paesi dell'Est, Repubblica Ceca, Ungheria, Slovacchia, Romania, Polonia, Russia e Ucraina.
Strappati alle mamme precocemente e spediti verso l'Italia nel portabagagli di un'auto o nella stiva di una nave. Drogati, una volta giunti a destinazione, con antibiotici ed eccitanti, per sembrare più pimpanti e infine contraffatti. La documentazione di questi cuccioli destinati al mercato nostrano viene infatti falsificata per aggirare i controlli sanitari e anche per fare passare i piccoli animali per italiani. Perché il cucciolo deve essere, piccolo tenero, affettuoso ma anche rigorosamente italiano. Di solito il cliente è disposto, infatti, con un certo sottile razzismo, a pagare anche venti volte di più in questo caso. Il risultato di questa filiera della violenza e della falsificazione è che il cane muore quattro volte su dieci, dopo appena pochi giorni dall'acquisto.
E tutto si fa per venire incontro all'esigente e danaroso cliente, che il cucciolo lo vuole proprio piccolo: perciò lo si spedisce prima dello svezzamento, ammassato con altri 50 nel bagagliaio di una macchina o costretto in una stiva per 11 ore.
Gli animali sono trasportati in piena clandestinità, senza la documentazione: passaporto Ue, obbligatorio per cani, gatti e furetti; vaccinazione antirabbica, certificato veterinario di buona salute e idoneità ad affrontare il trasporto; certificato Traces, necessari per essere movimentati a fini commerciali all'interno dell'Unione Europea e altre volte viaggiano con documentazione falsificata. Con tuttii rischi sanitari relativi anche per la salute pubblica.
Il presidente della Lega antivivisezione (Lav), Gianluca Felicetti ha stimato infatti in 300 milioni di euro gli introiti legati alla vendita dei cuccioli importati illegalmente in Italia. Ovvero, se un quattro zampe di razza appena nato costa nel Paese di origine tra i 10 e i 30 euro, nei negozi di Roma ne può valere anche 1.000. Un cane di razza di origine ungherese può essere venduto a 200 euro, un cane della stessa razza di origine italiana ha un valore tra 500 e 1500 euro. Da qui nasce il profitto: cuccioli dell'Est acquistati a circa 60 euro sono venduti a prezzi fino a 20 volte superiori, una volta 'trasformata' la loro origine da Est europea a italiana. I traffici di cani riguardano in particolare le razze Schitzu, West Highland, Carlini e Beagle. 'Non un'attività secondaria o un dopolavoro', ma sottolinea la Lav, 'un vero e proprio traffico internazionale criminoso'.
Una sola operazione condotta dal Nucleo di Polizia Tributaria di Bologna ha smascherato 1 milione e 300mila euro di ricavi non dichiarati ed ha portato alla luce il coinvolgimento, in cinque anni, di oltre 70mila cuccioli. Su 1.189 ispezioni fatte dai Nas su esercizi di vendita, allevamenti, strutture di addestramento, attivita' di dog-sitter, servizi di toelettatura, ambulatori privati e canili sanitari sono state accertate 639 violazioni di cui 102 a carattere penale e 532 amministrative.
Articolo del 04 Dicembre 2008
Fonte della notizia: © APCOM
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