Si chiamano Hisui, Wakaba, Banko, Kei e Kou e sono i primi esemplari al mondo di primate transgenico. Nati nell'Istituto centrale per animali sperimentali dell'università giapponese di Keiko, i cuccioli sono il primo esempio di marmoset transgenico di seconda generazione, essendo stati allevati con un particolare gene che da alla loro pelle una fluorescenza dai toni verdi (Fonte: la Repubblica).
Un lavoro controverso ha permesso agli scienziati giapponesi di generare primati con "difetti genetici" trasmissibili. La pelle della pianta del piede delle scimmie marmoset GM emana una luce verde se illuminata da luce ultravioletta. Qualche scimmietta ha passato tale caratteristica alla discendenza.
Le scimmiette fluorescenti geneticamente modificate in grado di trasmettere la caratteristica genetica sono state create dai ricercatori in Giappone durante una controversa ricerca che aumenta la pressione sui diritti degli animali.
Questo lavoro apre la strada alla generazione di primati con difetti genetici responsabili di malattie umane incurabili, ma potrebbe anche scatenare una reazione etica per aver introdotto geni dannosi nella popolazione dei primati.
I ricercatori decantano l'impresa come un passo enorme verso la comprensione dello sviluppo delle malattie ereditarie, come il Parkinson o la malattia del neurone di moto, dalla culla alla tomba. Ma il lavoro probabilmente allarmerà i gruppi in difesa dei diritti degli animali, in quanto potrebbe condurre a un aumento del numero dei primati utilizzati nei laboratori di ricerca.
Il lavoro inoltre solleva la possibilità di modificare geneticamente gli umani, sebbene ciò sia illegale nella maggior parte dei paesi, Gran Bretagna compresa.
Durante l'esperimento, Erika Sasaki e il suo gruppo al Central Institute for Experimental Animals in Kawasaki, Japan, ha aggiunto un gene ad alcuni embrioni di marmoset, i quali sono diventavi fluorescenti sotto la luce ultravioletta. Gli embrioni sono stati trasferiti in femmine "surrogate", le quali hanno dato alla "luce" cinque cuccioli. Tutte e cinque le scimmiette erano portatrici del gene verde, da qualche parte nel loro corpo, e due di queste erano in grado di trasmetterlo alla propria discendenza. In Aprile, un maschio di marmoset GM è nato da un'inseminazione con dello sperma di una delle cinque scimmiette (Kou) e da allora sono nate altre due marmoset fluorescenti. Una di loro è morta dopo essere stata morsa dalla madre.
Tutte le scimmiette sono sane e non si illuminano sotto la luce "normale".
Ora gli scienziati progettano di creare famiglie di scimmie che sviluppano malattie neurodegenerative simili a quelle osservate negli umani.
"Il nostro metodo di produzione di primati transgenici promette di essere uno strumento potente per studiare i meccanismi di malattie umane e sviluppare nuove terapie", scrive l'autore sul suo lavoro pubblicato su Nature.
Un editoriale che accompagna l'articolo, comunque, avverte che esso "promette di aumentare la pressione nella eterna controversia sui diritti degli animali, introducendo intenzionalmente un gene dannoso nell'apparato genetico dei primati".
Gli scienziati comunemente utilizzano topi GM per studiare malattie umane, ma in qualche caso riprodurre la malattia nei primati sarebbe più informativo.
"Questo è potenzialmente molto eccitante per il futuro, nella ricerca delle cause del morbo di Parkinson" ha detto Kieran Breen alla Parkinson's Disease Society. "Dato che i primati non umani sono molto più simili agli umani dei topi, la riuscita creazione di marmoset transgeniche significa che avremo un nuovo modello di animale su cui lavorare".
Ci sono comunque ostacoli considerevoli, in questo percorso.
Gli scienziati devono ancora provare che la tecnologia può ricreare malattie umane nelle scimmie GM e che queste sono modelli più efficaci di altri animali. Inoltre, una direttiva europea sull'uso degli animali in ricerca può proibire la ricerca bloccando l'uso dei primati nella ricerca di base.
"E' troppo presto per dire se questo lavoro porterà all'uso delle scimmie" ha detto Vicky Robinson, chief executive of NC3Rs, un'organizzazione che sostiene una campagna per la riduzione dell'uso degli animali nella ricerca. "Non possiamo presupporre che le scimmie transgeniche saranno migliori per la ricerca sulle malattie, rispetto, ad esempio, ai topi transgenici" ha continuato. "Ogni ricercatore che intende intraprendere questo approccio deve dimostrare che l'aggiunta di valore scientifico dell'uso delle scimmie ha più importanza delle considerazioni etiche significative che accompagnano il loro uso. Questo è vero sia che la scimmia sia transgenica o no, ma la trasformazione genetica può sollevare una preoccupazione sociale in più" (Fonte: The Guardian, traduzione a cura di Francesca Fattori Speranza).
Vorrei sottolineare la differenza di spessore dell'articolo sul sito di la Repubblica e di quello su The Guardian.
Nel primo è solo un giochino divertente, come i cani fluorescenti, i gatti fluorescenti, i topi e i maiali fluorescenti ...
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